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CONVEGNO
SUGLI IMPIANTI COCLEARI |
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DIBATTITO E. PARODI Una domanda al Prof. CUDA: si è parlato prima del dottor CLARK che da anni so che si sta occupando degli I.C., e recentemente di quelli completamente interni. Gentilmente può dirci a che punto siamo con questa ricerca? D. CUDA E’ una domanda che ci sentiamo porre da quando abbiamo iniziato l'impiantologia cocleare e che noi rigiriamo sempre: sicuramente nei prossimi 2 - 3 anni avremo grosse novità su questo punto. Io sento questa risposta da circa 10 anni, ma vediamo quali sono i problemi: i problemi sono che ci sono state delle esperienze con delle protesi acustiche impiantabili e parte di questi brevetti sono stati acquisiti dalle aziende che producono I,C, I problemi cruciali sono due: il primo è dove mettere un microfono in una protesi impiantabile. le soluzioni che sono state studiate sono tre essenzialmente: la prima è quella di un microfono posto sotto cute nella regione sopra l'orecchio che è soggetto a interferenze di rumori diversi e comunque ha l'impatto dello spessore cutaneo, quindi ci sono problemi relativi a questo genere di applicazione. In un altro tipo di applicazione il microfono è stato sperimentato sotto la cute, ma anche in questo caso ci sono dei problemi questa volta di tipo chirurgico legati alla regione dove veniva praticato il forellino. In altri tipi di approccio il microfono era rappresentato dalla stessa membrana timpanica che vibra al martello che è inserito dentro, quindi si comporta come la membrana di un microfono. Queste sono alcune delle soluzioni sperimentate e sono tutt'ora in fase di sperimentazione. Il problema più grosso è al solito quello dell'alimentazione della pila perché non è stato assolutamente risolto il problema di ricaricare dall'esterno un accumulatore e di garantire la sopravvivenza di questo accumulatore per un tempo molto lungo. Tutti voi che avete in tasca un telefonino, provate a immaginare quanto tempo ha la durata della vostra batteria, con l'aggravante di dover ricaricare dall'esterno della scatola cranica con tutti ii problemi che può suscitare questa operazione. Questi sono i due talloni di Achille, altrimenti, dal punto di vista di tecnologia tutti gli altri problemi sono praticamente risolti. Però la risposta alle domande da parte dei Centri di ricerca, che evidentemente tengono ben occultato dal punto di vista industriale lo stato reale delle conquiste fatte, è sempre la stessa : "siamo vicini, siamo vicini". E. PARODI C'è un altro problema, che molti ragazzi impiantati hanno un libricino che dice che non possono passare sotto un metal detector, non possono essere sottoposto alla risonanza magnetica etc. La dottoressa che ha presentato il prodotto della COCHLEAR ha detto che la calamita si può staccare e pare che ormai questo vale per tutti gli I.C. di recente produzione. D. CUDA Con i nuovi prodotti la risonanza magnetica è eseguibile a patto che sia inferiore ai campi magnetici di un tot dalla testa. Laddove sia necessario ricorrere a campi magnetici, è possibile rimuovere transitoriamente la calamita che si trova al centro del ricevitore - stimolatore, effettuare l'indagine e riposizionarla. Io nella mia esperienza professionale non ho mai effettuato un intervento del genere, tranne in un caso di un bimbo che ha avuto un trauma sbattendo contro un tavolo, quindi ho dovuto riportarlo dentro e fare un intervento di estrazione e riposizionamento simile a quello che avrebbe dovuto fare nel caso di risonanza magnetica. UNA PERSONA DEL PUBBLICO Volevo chiedere se ci sono dei criteri per scegliere un certo tipo di impianto piuttosto che un altro, quali criteri si dovrebbero rispettare? D. CUDA Forse non sono la persona più adatta a rispondere nel senso che da due anni ho tradito il mio impianto storico. Ritengo che vi sia stato un arricchimento del team che gestisca l'impiantologia nucleare da una esperienza differenziata e un arricchimento si traduce positivamente rispetto al paziente perché vi sono delle differenze di I.C.. Io non sono tra quelli che sostengono che c'è un impianto migliore di altri, vi sono delle differenze. per esempio se mi trovo a ricorrere in un caso di neoplasia uditiva oppure un caso in cui ipotizzo che possa esservi una disfunzione retrococleare, allora preferisco impianti che mi diano più opzioni di stimolazione. Però non posso sostenere che sia più efficace uno dell’altro. UNA PERSONA DEL PUBBLICO Avrei una domanda per il professore CUDA per quanto riguarda il sistema bimodale: visto che c'è un bimbo che porta l’I.C. e anche la protesi, vorrei sapere come deve essere regolata questa protesi, come lei consiglia che deve essere regolata e se può essere migliore una protesi programmabile oppure una protesi digitale. D. CUDA Esistono degli studi su questo argomento che supportano l'esperienza clinica di un gruppo di australiani che lavorano in un gruppo nazionale di acustica molto famoso che ha messo a punto due strategie protesiche. da questo studio si evincono due cose: che è necessario, in prima battuta, partire da una formula prescrittiva usuale, nel loro caso specifico usano l'applicazione NAN. Questa sigla gli audioprotesisti ce l'hanno sul loro computer. Questo come prima approssimazione. In seconda approssimazione va decollata la curva in sequenza della protesi facendo sentire un brano che scorre al bambino o all'adulto, selezionando la curva di risposta frequenziale che a giudizio soggettivo del bambino o dell'adulto dà miglior chiarezza, miglior qualità di ascolto di quel brano. Il terzo step è quello di equalizzare la sensazione di intensità tra l'impianto e la protesi. Quindi una volta fatti i due passaggi precedenti il terzo step è quello di bilanciare meno forte o più forte. Seguendo questi tre step in quelle condizioni si ottengono i migliori punteggi di discriminazione dei suoni in base a quelli studi fatti vedere questa mattina. La procedura ottimale dovrebbe essere quella di fare prima regolare all'audioprotesista come se il bambino dovesse indossare solo l'apparecchio acustico, presentando 2 - 3 alternative differenti, fare regolare il volume e il bilanciamento con l’I.C. Questa è la procedura applicazione in molti casi. E’ evidente che una protesi programmabile rende più duttile questa operazione rispetto alla protesi analogica. |