CONVEGNO SUGLI IMPIANTI COCLEARI
Cantù 18 giugno 2005

E. PASANISI
ORL dell'Università di Parma

I candidati all'impianto cocleare

( Relazione non rivista dall’Esperto)

Buongiorno a tutti, ringrazio il presidente per l'invito, il mio compito è quello di precisare le indicazioni e il protocollo di selezione, sia quando è indicato l’I.C. che rappresenta certamente la maggiore conquista tecnologica nel campo biomedico in quanto è il primo organo di senso, la coclea, a essere sostituita con un impianto artificiale, il passaggio nasce intorno al 78 quando con un solo elettrodo veniva a diventare una realtà clinica l'impianto multinacale, ossia quelli attuali con più elettrodi, quindi con più possibilità di informazioni per il nervo uditivo, questo ha portato dei risultati clinici funzionali certamente eclatanti e formidabili. gli altri passaggi storici sono quelli dell'approvazione americana, nel ‘90 nel bambino e più recentemente nel 2000 anche l'autorizzazione di impiantare bambini già all'età di 12 mesi e i pazienti adulti che perdono l'udito. Si tratta di ipoacusie neurosensoriali oppure sordità totali o bilaterali. L'indicazione si estende poi alle sordità gravi con un riconoscimento delle parole, del materiale vocale intorno al 30 - 40%. Soglie che consentono più del 30 - 40% del materiale vocale proposto rappresentano dei potenziali candidati all’I.C..

Stesse indicazioni: passaggio dalla prosetizzazione acustica per alcuni mesi, laddove i risultati sarebbero scarsi o nulli, allora il beneficio con la protesizzazione acustica non c'è, il bambino non ha nessun progresso e sviluppo dell'audità selettiva e per questo si arriva all’I.C. che consente ai bambini di iniziare a sentire e a capire quindi anche a parlare.

Nel futuro immagino una società senza più bambini con gravi difficoltà del linguaggio. Protocollo di selezione: si parla su alcune tappe fondamentali, quello che mi preme sottolineare che la scelta l'indicazione all'impianto, all'intervento si arriva dopo come abbiamo visto, è un team multidisciplinare che decide, non è un medico da solo a decidere e indicare l'impianto in quella persona o in quel bambino, è necessaria la presenza di più figure professionali che in tutti i centri in Italia dove si svolge questa attività sono presenti: c'è audiologo, il neuroradiologo per valutare le immagini neurologiche prima dell'impianto ma anche dopo, come abbiamo visto. Fondamentale è l'apporto della logopedista o del foniatra (coloro che si prendono l'incarico di fotografare il paziente prima dell'impianto per avere tutti gli elementi per riabilitarlo dopo, per insegnarli a sentire per la prima volta o sentire nuovamente, quindi per ottenere i massimi risultati).

Altre figure importanti sono poi gli psicologi e gli elettrofisiologi che si occupano insieme agli audiologi di regolare le cosiddette mappe cocleari dell’I.C.

Non mi soffermo su questi aspetti molto tecnici, direi che è chiaro che l'età in cui sorge la sordità è importante: l'epoca di insorgenza della sordità può essere alla nascita, cioè possiamo andare incontro a una sordità congenita o verbale o post- verbale, come può accadere in un adulto che perde completamente l'udito. è chiaro che la durata della deprivazione uditiva, cioè per quanto tempo il paziente rimane sordo, quanto più lungo è questo periodo più difficile è poter ottenere risultati positivi.

Gli esami da effettuare sono esami di routine, come audiometria tonale etc., questi esami vengono implementati in età pediatrica dai test comportamentali, perché in età pediatrica è necessario utilizzare dei test che ci consentono di baipassare la mancata collaborazione del piccolo paziente. una attenta valutazione dell'audioprotesista per valutare quanto nel campo libero con la protesi il paziente riesce a percepire, con una soglia critica intorno ai 50 - 60 decibel in audiometria vocale per quanto riguarda il riconoscimento delle parole. L'otologo si deve preoccupare di escludere possibili controindicazioni e identificare insieme all'equipe quale orecchio impiantare.

Dicevamo dell'importanza della tac, della risonanza magnetica, ossia degli esami fondamentali per escludere malformazioni o ossificazioni post infiammatorie, post- otitiche o meningitiche.

Per questo è importante effettuare la risonanza magnetica, se non in tutti i casi, almeno in quei casi dove c'è un'ossificazione e la risonanza magnetica studia la morfologia.

Questi esempi mostrano una massa biancastra laddove dovrebbe esserci la coclea, qui vediamo un segnale iperintenso che ci fa vedere la rampa cocleare.

La logopedista si occupa di valutare le abilità verbali e percettive per la riabilitazione post- impianto. il neuropsicologo deve coinvolgere sempre di più tutte le figure del team, l'equipe e i familiari soprattutto per gli aspetti riabilitativi (sono di fondamentale importanza), anche per spiegare e non disattendere le aspettative.

Un'altra cosa importante fondamentale sono i test di elettrofisiologia che vengono effettuati prima in fase di selezione per vedere se esiste attività neurale residua in questo paziente candidato all'impianto con un test al promontorio che si fa con un piccolo ago, fatto in anestesia locale, e poi questi test elettrofisiologici sono anch'essi importanti per stabilire la scelta del lato da impiantare.

Dall'iter selettivo pertanto emerge la fotografia del paziente e tutti i vari aspetti e soprattutto poi si arriverà alla decisione finale se impiantare o meno il candidato.

Alcune controindicazioni assolute le ricordo brevemente: mancato sviluppo della coclea, l'aplasia o una malformazione cocleare. l'ipoplasia del nervo cocleare, l'ossificazione cocleare completa e le ossificazioni parziali non rappresentano una controindicazione assoluta all'intervento.

Gravi handicap neurologici associati possono rappresentare una controindicazione e poi per esempio le formazioni di due tumori benigni a carico di due nervi uditivi e lì evidentemente se il nervo non è compromesso, in quanto caso da una patologia tumorale, non può essere utilizzato per inviare ai centri uditivi le informazioni acustiche. dicevo dell'importanza del tempo trascorso tra l'insorgenza della sordità e l'intervento terapeutico perché questo è fondamentale per il risultato. I risultati migliori li otteniamo nei bambini che si riescono a diagnosticare precocemente e entro i primi 36 mesi di vita.

Si ottengono i risultati migliori con interventi anche dal punto di vista riabilitativo e teniamo presente che occorrono uno o due anni minimo di riabilitazione logopedica per far iniziare a produrre da parte del bambino un linguaggio sempre migliore, questo va di paripasso con le capacità di riabilitazione, la rapidità di esecuzione dell'intervento e l'intensità dell'iter riabilitativo.

Un'altra categoria particolare è rappresentata dall'adolescente che presenta caratteristiche particolari, come i possibili conflitti in famiglia e il desiderio di superare il proprio handicap rapidamente. anche qui la figura della logopedista è fondamentale perché deve inquadrare il soggetto, spiegare bene le possibili aspettative, caso per caso, in base anche alla propria capacità linguistica di partenza, ad esperienze che il paziente ha avuto con la protesi acustica: ovviamente si passa da una rieducazione logopedica oralista a un buon livello di lettura del linguaggio, a una sufficiente competenza linguistica, inserimento nella comunità degli udenti.

Le aspettative personali e familiari devono essere realistiche. I risultati in generale di questi pazienti negli adolescenti: abbiamo dei casi in cui c'è un miglioramento del riconoscimento del messaggio verbale, un incremento variabile della capacità di riconoscimento uditivo, un miglioramento delle caratteristiche della voce e dell'articolazione del linguaggio, un aumento nella sicurezza personale e un miglioramento dello stato emotivo.

I miglioramenti anche a distanza di anni sono molti, gli insuccessi sarebbero l'abbandono all'impianto.

Ringrazio tutti i presenti, e ricordo il Convegno che faremo a Parma a dicembre.

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